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mercoledì 31 marzo 2010

Persa una battaglia, ma non la guerra!

Cosa vi dicevo? Dura riconfermarsi, e anche se ieri cercavo di non illudermi, in fondo in fondo un po' ci speravo.  Fatto sta che quest'anno non è andata: nada, nisba, nichts. La delusione c'è, però forse il destino avverso ha voluto ulteriormente colpire basso. Infatti, avevo già deciso che se anche non fossi stato tra i finalisti sarei andato appunto per incontrare Alan D.Altieri, il padrino di questa edizione, e indovinate un po'? All'ultimo momento l'autore ha dato forfait! E al suo posto viene un tipo che non so neanche chi è e non m'interessa saperlo! Ecco! E mi avevano pure spostato la data della manifestazione, ma guarda un po'! Tutto questo ambaradam di concomitanze, molto kafkiano, è davvero... non so, non mi viene la parola giusta, fate voi. E per una volta anche lo gnometto ha un fare imbronciato che sembra esprimere la sua solidarietà nei confronti del sottoscritto: notevole. Non so se alla fine avete letto il libro "L'Utopia", quello con il mio racconto "Il Cuore Nero della Giustizia", pubblicato l'anno scorso, tra l'altro scaricabile anche gratuitamente; mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e soprattutto come lo trovate in paragone agli altri racconti. Appena ne avrò la possibilità, magari lo metto come post, così mi dite. E farò lo stesso con i due racconti che avevo proposto. A proposito, ora monta la curiosità per leggere i racconti dei dieci finalisti di quest'anno...  

martedì 30 marzo 2010

1° concorso letterario del 2010

Domani è il grande giorno! Sono abbastanza in ansia, anche se naturalmente ognuno ha il suo grado di "abbastanza" poco quantificabile e alquanto soggettivo. Mi vedo già a rientrare dopo il lavoro, anzi no, dopo la bevuta coi colleghi post lavoro: accendo il pc, scambio uno sguardo d'intesa (e quando mai???) con lo gnometto appollaiato sulla mia spalla come Annette là sui monti con Dani e con Lucienne (!); attenderò "pazientemente" la connessione, sperando che non faccia le bizze come ieri e subitissimo andrò a vedere sul sito se sono tra i finalisti. L'anno scorso fu una piacevolissima e graditissima sorpresa; tra l'altro, lo scoprii solo dopo qualche giorno e casualmente, neanche ci pensavo: che emozione provai... Quest'anno, ahimè, c'è un qualcosa che ribolle nel mio universo personale, una strana sensazione, ma non fraintendetemi. Non do niente per scontato. Anzi, non so perchè ma c'è come un'ombra che aleggia e sono un po' pessimista, ma vedremo, chissà! Penso di aver scritto due racconti interessanti, ma non so se migliori di quelli dell'anno passato. Molto diversi tra loro, in realtà hanno quasi esclusivamente lo scopo di far colpo sul padrino della manifestazione, che quest'anno è il mitico Alan D. Altieri. La sua "Trilogia di Magdeburg", che ogni tanto rileggo, mi sconvolge sempre. E son ben pochi i libri che hanno avuto o hanno tuttora questo potere su di me (in primis tutta la saga di DUNE). Il suo genere, definito "apocalittico", è devastante: questo è il termine giusto per descriverlo. E se ho provato a ripartecipare al concorso, conscio che è sempre più difficile riconfermarsi piuttosto che farcela una prima volta, fin dall'inizio il mio unico pensiero è stato rivolto alla possibilità di incontrare il suddetto autore, che tra l'altro mi dicono molto affabile e disponibile. I racconti sono venuti in un secondo momento, solo dopo che anche Sua Signora l'Ispirazione mi ha degnato di un po' di attenzione. E ora son qui, mentre fuori la pioggia insistente continua a battere sulla finestra, col vento che ulula come una bestia famelica, con lo gnometto che si sta annoiando a morte e... che dire: speriamo che nel weekend faccia bel tempo, così si potrà godere di una bella grigliata con gli amici. W il ciciarampa!   

martedì 23 marzo 2010

Il Grande Fuoco - Capitolo 1


I'm sorry! Mi scuso veramente con chi aveva iniziato a leggere il primo capitolo de Il Grande Fuoco, convinto magari di continuare in seguito, e con chi l'aveva accantonato per leggerselo in un secondo momento, ma per motivi "editoriali" ho dovuto immediatamente sopprimere il post. Mio errore e mia svista imperdonabile (sarà l'età?). E tu non ghignartela!! Gnometto infame e miscredente! Lui non parla mai, fa solo quelle sue faccie impertinenti! Ah, ma prima o poi ti stuferai di startene lì appollaiato sulla mia spalla come un avvoltoio! Intanto, per farmi perdonare, vi fo vedere com'era inizialmente la sovracopertina del libro, che poi, come l'intera opera, ha subito un drastico cambiamento. Per la cronaca, l'immagine che vedete è tratta da una vecchia cartolina che tenevo in un cassetto e che m'ispirava, anche se forse trasmette poco la vera essenza del libro, ma si sa, di solito queste cose sono sempre molto soggettive. La nuova copertina a cui ho lavorato è naturalmente ancora top secret, un po' stramba, ma in futuro mi direte quale preferite. E dal sottoscritto e dal suo turbolento socio un cordiale passo e chiudo!    

martedì 16 marzo 2010

Be Inspired

La scrittura del libro Il Grande Fuoco mi dà tuttora pensieri e sensazioni contrastanti. L'ho sempre considerato un "esercizio di scrittura", nel senso che mentre la mia folle mente malata partoriva a ruota libera idee su idee che si tramutavano in altri progetti, spinto dagli amici a da mia moglie portai a compimento questa "fatica" letteraria. Non fraintendetemi, sia chiaro. Scriverlo mi è piaciuto, mi è servito, le idee sono ancora tante (il seguito è quasi pronto), ma inevitabilmente, ad un certo punto una domanda te la poni. Tipo, se una casa editrice ti dice che la tua tecnica di scrittura è interessante ma al momento il genere non prende troppo («spopolano i vampiri, perchè non scrivi di vampiri?» ma perchè mai dovrei scrivere di succhiasangue, che tra l'altro adoro, se non sono affatto convinto che riuscirei a tirarne fuori qualcosa di buono e originale?); oppure, che si vede "l'influenza" di tizio e caio (ma se non so nemmeno chi sono e non ho mai letto niente di loro!) o addirittura, semplicemente, che quel personaggio è "strano" (ma se quel personaggio non esiste nemmeno!!), ebbene: MA LE LEGGETE LE OPERE CHE VI VENGONO INVIATE?! Vabbò, si fa buon viso a cattivo gioco, si sorride, si accettano tutti i consigli e si fa tesoro di ciò che ti viene detto, scritto, riportato. L'importante è credere in quello che si scrive. Se uno ha tante buone idee e riesce a scriverle pure bene, meglio ancora! Alla fine, penso che indipendentemente da ciò che uno scrive, dal genere che uno trova più o meno congeniale, ciò che conta veramente è dare emozioni. Catturare il lettore, invogliarlo ad andare avanti a leggere per capire come va a finire o semplicemente per sapere cosa succederà o farà quel personaggio. Ancora meglio, fare affezionare la gente ai personaggi stessi e al mondo che si vuole creare! Non ho problemi ad ammettere che Il Grande Fuoco, nonostante le varie versioni e rivisitazioni (finora tre dal 2003 al 2007, anno in cui ha partecipato al concorso Urania 2007 della Mondadori) rimanga piuttosto ingarbugliato; sì, questo è il termine giusto, ma mi sono accorto che l'avevo concepito proprio così fin dall'inizio, a partire dalla trama: doveva essere un accavallarsi di avvenimenti, nel tempo e nello spazio, che si sarebbero intrecciati e complementati di continuo, fino a sfiancare il lettore, che avrebbe dovuto tenere elevata la concentrazione per seguire l'avventura. Naturalmente, in certi punti devo aver esagerato, tanto che per spiegare meglio certe situazioni ho aggiunto di botto qualcosa come un centinaio di pagine. E addirittura, nell'ultima rivisitazione, il prologo è diventato l'epilogo, scelta forse coraggiosa, non so, forse solo pazzia priva di senso e logica. I pareri sono discordanti? No problem. Qualcuno magari non sarà stato del tutto sincero? Peccato. Perchè a me serve sapere dove devo migliorarmi, come fare per riuscire a superare quel limite che inevitabilmente si frappone come una barriera tra il mio rimanere scrittore sconosciuto per pochi (amici, parenti, colleghi,  anche se fa piacere ci sia chi ti tormenta per sapere come va a finire tra quello o quella) e magari diventare uno dei nuovi guru nel panorama italiano. Partecipare ai concorsi letterari è divertente, perchè comunque ti fa conoscere tante nuove realtà e ti mette alla prova. Il mio best seller (non dico neanche il titolo per scaramanzia) è incompiuto e attende che mi ci ributti a capofitto, ma ho come un timore riverenziale nei suoi confronti, la considero troppo La mia Opera Suprema e ho quasi paura a sciuparne anche solo l'idea. Ho già pronte le due traccie per il proseguio de La Trilogia di Gemini, di cui appunto fa parte Il Grande Fuoco. Ho iniziato la stesura della sinossi di un'opera fantasy che trovo accattivante. Ho pronto e iniziato almeno altri cinque romanzi, sempre per il discorso che appena qualcosa mi ruzzola nel cervello devo metterlo subito su carta. Vedremo. Ho sempre tante di quelle idee pazzesche che non so se avrò tutto il tempo necessario per svilupparle. Ahhh, se le giornate non fossero solo di 24 ore, quante cose farei. Ma forse anche così non avrei mai tutto il tempo che vorrei.
PS Stranamente, lì appollaiato sulla spalla, oggi lo gnometto se ne sta quatto quatto in silente contemplazione. Avrà anche lui qualcosa su cui riflettere? 

mercoledì 10 marzo 2010

Caccia al Tesoro!

Son passati ormai dieci giorni, ma ho ancora chiarissime le splendide sensazioni provate in quel lunedì mattina, l'allora 2 marzo, tale fu la sorpresa. Dovevo aiutare un'anziana signora a scambiare la sua vecchia lavatrice che ormai non andava più con una nuova di ultima generazione, gentilmente donatole da amici. La mattinata era fresca e frizzante, per le strade c'era la solita coda delle nove del mattino. Si prospettava un lavoretto facile facile. La lavatrice nuova era naturalmente più leggera e compatta rispetto a quella da cambiare; la rampa esterna di scale, di ferro, con la ringhiera verniciata il giorno prima di bianco, stretta, ripida e con un angolo finale impossibile, si rivelò un po' infingarda, ma la missione fu portata a termine senza patemi di nessun genere (dorsali e bicipiti ringraziano ancora per l'allenamento supplementare). Gentilmente declinai l'invito per un caffè, ma non potei resistere quando fui invitato a scegliere qualche attrezzo da lavoro tra quelli che, dimenticati nel tempo sugli scaffali del garage, ammiccavano nel loro splendente acciaio. Non trovai granchè, ma... sorpresa delle soprese! Dando retta al mio amico gnometto, che sulla spalla non faceva altro che "borbottarmi" parole incomprensibili, degnai della mia attenzione gli armadi che placidamente se ne stavano inermi, in attesa... Aprendo le ante cosa trovo?  Fiato alle trombe! Mi sembrava davvero di sentire le musichette angeliche, clavicembali, arpe, coro dalle voci melodiose e tutto il resto! Mi inginocchiai in contemplazione: LIBRI! LIBRI DA TUTTE LE PARTI! TANTI LIBRI! E tutti nuovi, impacchettati in una candida e deliziosa pellicola trasparente che li conservava nell'attesa che qualcuno (il sottoscritto!) li trovasse e li portasse via con sè, per leggerli tutti d'un fiato, per accudirli, conservarli e ancora rileggerli. La dolce signora mi lasciò scegliere tutto ciò che al momento riuscivo a portare via, con la promessa di ritornare. Immaginate: opere di Coelho, Allende, Manfredi V.M., Tamaro, classici, saggi, raccolte di poesie, autori a me sconosciuti. La mia biblioteca personale ringrazia (mia moglie, seppur contenta per me, un po' meno). Presto tornerò in quel magico garage a rovistare e a "salvare" dall'oblio altre splendide opere, con la consapevolezza di aver trovato un vero tesoro.