Cronache dell’avamposto
Nota introduttiva dell’autore: un paio di precisazioni:
• La cassa quarantasei è l’ultima della barriera casse, per numerazione, ma al contempo la prima che i clienti vedevano giungendo dall’ingresso. Per giunta è una cassa prioritaria per cui rimane sempre aperta. Per farla breve lì non si ozia mai.
• Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
• I nomi sono stati ovviamente modificati per evitare l’insorgere di qualsiasi equivoco.
… nuovamente alla cassa quarantasei, nuovamente in quella che affettuosamente chiamo “L’Avamposto”.
So già che non potrò nascondermi a loro, né potrò fuggire questo calice amaro: il mio fato era già scritto nel planning del mattino.
Sarà dura visto il loro numero elevato: ma ce la farò.
Solo otto ore.
Devo resistere per sole otto fottutissime ore.
Alle mie spalle c’è Kowalski: un cenno del capo e una tacita, silenziosa consapevolezza mentre ci prepariamo al lavoro che ci aspetta.
Qualche istante dopo la gigantesca saracinesca si apre.
Al di fuori l’orda scalcia e scalpita in preda all’impazienza: tra non molto entrerà, inarrestabile e irrazionale come una marea di fango e detriti pronta a travolgere tutto e tutti.
L’addetto della sicurezza incaricato dell’apertura è pericolosamente esposto al nemico. Con la destra alzata sopra la testa tiene la chiave nella serratura che aziona la saracinesca dell’ingresso. Continua a muovere la testa osservando ora i propri compagni ora la folla che attende, implacabile, al di là della barriera.
L’enorme grata metallica non è ancora totalmente alzata quando l’orda tenta un primo sfondamento.
L’addetto all’imbustatrice urla qualcosa mentre cerca di spostare la famigerata macchina per sigillare …
[…]
… con urla e furore la folla avanza a ondate inarrestabili.
L’orda sfonda la barricata e travolge ogni cosa, ogni persona, ogni traccia di civile organizzazione.
Gli addetti alla sicurezza vengono trascinati via da quella masnada di esseri indemoniati che avanza bofonchiando sempre e solo la medesima parola, una sinistra litania di morte:
- Sconto! Sconto! Sconto!
Uno degli addetti regge una bandiera, uno stendardo del suo reggimento, e incita i suoi a non mollare, a resistere…
[…]
… gli addetti di reparto stanno ancora ultimando il lavoro: indugiano nel sistemare solo gli ultimi prodotti e poi a timbrare e quindi a casa, dalle loro famiglie che tanto amano.
Manca poco ormai, solo qualche articolo.
Ed è allora che la terra inizia a tremare.
All’orizzonte appaiono i primi clienti.
Pochi istanti dopo, accompagnati da urla e grugniti che poco hanno di umano, una miriade di acquirenti e carrelli prorompe in avanti mentre gli addetti di reparto si danno alla fuga, disperati.
Uno di loro purtroppo scivola e cade nei pressi del cestone del tonno Rio Mare, tragicamente in promozione.
I suoi colleghi distano già qualche metro ormai; si voltano verso il loro compagno caduto.
Soldato, vedendo i primi clienti ormai prossimi a raggiungere il collega di mille scaffalature, cercando di lanciarsi verso di lui, esclama disperato:
- Ricooo!
Ma immediatamente Skipper, il più anziano dei tre, lo trattiene dal compiere un’inutile follia:
- Ormai è troppo tardi! Non c’è più niente da fare per lui. Mi dispiace. Ora dobbiamo andarcene o prenderanno anche noi! Presto, muoviamoci!
C’è solo il tempo per condividere un ultimo sguardo.
L’amarezza, il terrore negli occhi e una rassegnata disperazione.
Infine giunge il branco, la ferocia e l’inevitabile confusione che solo gli esseri umani riescono a creare nel mondo.
Qualche ora più tardi, alle casse, qualcuno dei clienti tenterà di pagare il badge di Rico, il grembiule di Rico, l’avambraccio e l’orecchio di Rico …
[…]
… all’avamposto è iniziata la fase dei pagamenti.
Non c’è più tempo per nulla: ovunque code e clienti.
Niente più parole o saluti.
Niente spiccioli.
Solo efficienza.
Solo nervosismo.
I clienti sono a migliaia, una marea incontrastabile che spinge e scalcia in attesa di libertà.
Sono un tutt’uno con la mia cassa e non mi rendo conto di nulla ormai.
Ogni movimento, ogni pensiero si fa meccanico, sincronizzato con gli impulsi sonori della postazione.
Alle mie spalle, tuttavia, qualcosa sta per accadere.
Ho solo pochi istanti per voltarmi e assistere alla scena.
Kowalski è assediato.
Lui è fermo.
Immobile.
- Lei è un’immondizia! - urla il capo dei rivoltosi, una signora bionda e nerboruta dalle vaghe origini vichinghe.
Una quindicina di clienti richiamati dalle urla della innocua donzella finisce con l’accerchiare Kowalski: non comprendono nemmeno cosa stia accadendo ma immediatamente si schierano contro il povero cassiere.
Il nemico.
Lo scontroso addetto di cassa che non ha diritto a stanchezza o a emozioni.
A nulla servono le sue parole, le sue scuse per un prezzo errato, per una colpa che non è nemmeno sua.
- Questa è … -, un istante di silenzio carico di pathos mentre la signora nerboruta carica il colpo - … una truffaaaaa!
Il suo grido è poderoso e prolungato e nell’emetterlo scarica la propria frustrazione con un calcio di immane potenza.
Ma nessun pozzo senza fondo collocato al centro di Sparta inghiottirà Kowalski e la sua cassa, semplicemente accresce l’ira della clientela .
- Cosa diamine…?
Nemmeno il tempo di completare la frase e il mio sguardo incrocia quello del collega: è devastato, umiliato, rassegnato.
Ricade su di lui la furia dei clienti stanchi e nervosi a causa dell’assurda organizzazione del luminoso ipermercato che daltrondemente serviamo, ira funesta che si abbatte gagliarda su chi non ha colpa mentre altrove, su verdeggianti campi di golf accompagnati da ninfe ignude e compiacenti, i capi reparto se la godono scrollandosi di dosso il tossico pensiero del lavoro.
Lentamente vedo Kowalski inserire la chiave nella fessura: quella stessa chiave che tante volte ha attivato sconti gratificanti ora viene girata al contrario!
Mentre i clienti continuano ad accanirsi con un furore che poco ha di umano, indemoniati e carichi di prodotti sottocosto, gli sento pronunciare l’ultimo saluto:
- Addio amico mio!
Poi le sue dita agili pigiano uno ad uno i tasti che compongono la sequenza segreta, la cifra del codice dei ronfolotti.
Quindi un candido bagliore accecante investe ogni cosa, annulla ogni suono e l’esplosione deflagra violentando l’aria: Kowalski stesso viene annientato assieme alla cassa, tristemente imbottita di monetine da due e cinque centesimi.
Porterà nel Walhalla dei cassieri un buon numero di clienti.
Con questo pensiero ricaccio indietro le lacrime e proseguo il mio lavoro: non c’è più tempo, non c’è più tempo …
[…]
… uno sguardo fugace alla coda: i clienti sono troppi, dannazione!
- Dove sono i rinforzi, maledizione?
Ho solo il tempo di guardarmi attorno ma non scorgo nessuno stendardo amico avanzare nella calca. Solo orde di barbarici avventori e devastazione.
Tento un’ultima disperata manovra: contatto la cassa centrale!
- Pronto?
Akszzz …
- Mi sentite?
Akszzz …
- Qui la situazione è disperata. Sono troppi, maledizione! Kowalski se n’è andato facendosi saltare poco fa … Vi prego! Parlatemi, cazzo! Portatemi almeno un kit di sopravvivenza!
Rimango ad ascoltare il telefono muto mentre continuo a gestire i clienti con una mano sola, stoico e disperato.
- C’è qualcuno di là? Vi prego …
Grido ancora al telefono, confidando in un qualche risposta.
- Vi supplico!
Poi, un miracolo accade e finalmente una voce sconosciuta si fa sentire, rompendo il silenzio.
Ma la speranza muore immediatamente, non appena realizzo ciò che viene ossessivamente ripetuto dall’altro lato della cornetta:
- Sconto! Sconto! Sconto!
Interdetto lascio cadere la cornetta.
- E’ finita -, penso.
Poi, un bip sospetto mi riporta alla realtà: il codice del prodotto che ho in mano non viene riconosciuto correttamente!
Una rapida occhiata al monaco amanuense dentro alla cassa: i suoi occhi spaventati palesano un panico e una frustrazione senza pari:
- Questo stramaledetto prodotto del cazzo per cui il cliente ha atteso secoli in coda ha un codice non valido. Dannazione!
Non ho nemmeno il tempo di esporre il problema che l’acquirente si tramuta in un troll dalla pelle grigiastra e inizia a strangolarmi gridandomi cortesemente:
- Bifolco contadino ignorante! Smettila di guardarci con disprezzo solo perché siamo venuti tutti a fare le spese il 23 dicembre alle ore sette di sera, stile partenza intelligente nelle domeniche di agosto!
[Dopo quest’ultimo intenso dialogo si interrompe il resoconto dell’avamposto.
Le ultime parole che ancora è possibile decifrare dalle cronache sono: Asp ... le pos ... spieg ... un … attim … la … preg … non … non … resp …
Probabilmente sono state scritte dal nostro anonimo cassiere in un momento molto concitato, pochi istanti prima del totale annientamento della leggendaria cassa quarantasei, il sacro avamposto di cui è sopravvissuta sino a noi solamente la lampada numerata. ]
Tratto dal diario di un ignoto cassiere
[quasi certamente scritto durante la Terza Promozione Sottocosto 2004…]
PS Il capitolo (in gentile concessione) e' un estratto dal libro "Ipermercati for dummies" di Leonardo Colombi. Per saperne di più andate alle etichette relative oppure sul sito dell'autore: www.leonardocolombi.blogspot.com