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martedì 27 aprile 2010

Sogno o son desto?

Avete presente quando aspettate tanto una cosa con una certa trepidazione e quando arriva, PUFF, non sapete come prenderla, cosa dire e cosa pensare? Nel primo weekend di Maggio sarebbe scaduto il tempo ultimo per sapere se Il Grande Fuoco avrebbe suscitato l'interesse di alcuni addetti al lavoro che in questo periodo stanno bersagliando di pubblicità reti ben note al pubblico. Vi risparmio la solita manfrina relativa al libro, se volete farvi del male e vedere ancora una volta cosa ne penso rileggetevi i vecchi post inerenti; ci tengo a precisare che c'era una certa sorta di sommessa curiosità per vedere cosa se ne poteva ricavare. Insomma, per farla breve, ieri stavo tranquillamente spadellando per il pranzo (non ve l'ho mai detto? Adoro mettermi ai fornelli!) quando arriva mia moglie con la posta. Tra le varie bollette e i tantissimi depliant di supermarket vari, un misterioso plico piuttosto voluminoso faceva bella mostra di sè, catturando tutta la nostra attenzione (mia, di mia moglie, e del solito gnometto scontroso). Dall'intestazione ho capito subito di cosa si trattava, o almeno credevo, ma fino all'ultimo ho cercato di vincere la tentazione di sbranarne il contenuto. Ci ha provato la mia fida donzella, a cui poi ho strappato la busta dopo un'estrema lotta! Ebbene... C'era dentro della pubblicità: ok. C'era un bel dvd, che tra l'altro devo ancora guardare: ok. Dulcis in fondo... C'è un contratto (tempo al presente volutamente imposto)... UN CONTRATTO! In duplice copia, in tre pagine, con tante di quelle clausole che uno si potrebbe anche aspettare ma alla fine dice "ma che cavolo?!"  Naturalmente ci son stati attimi di panico collettivo, ma il tutto si è risolto con un perplesso atteggiamento di tutto il trio (mio, di mia moglie e dello gnometto inpertinente). Perchè? Perchè al solito come ho già avuto modo di verificare ogni casa editrice agisce alla propria maniera, e SEMPRE innanzitutto nei propri interessi. Mi si dice che "l'opera che ho inviato in esame ha ben impressionato, di qui la convinzione che il mio lavoro sia pronto  ad entrare nel loro progetto di pubblicazione e lancio di nuovi autori". Bene! Peccato che mi si chieda di contribuire con una somma economica relativamente non indifferente. Non sono i primi a fare una simile proposta, così come non saranno neanche gli ultimi, ma da una casa editrice così grossa mi aspettavo ben altro comportamento. E la mia delusione, più che altro riguarda la solita domanda che inevitabilmente uno si pone: ma il libro l'hanno letto o semplicemente cercano di irretire la gente con false promesse? E non mi si venga a dire che in passato alcuni grandi scrittori si autofinanziarono le loro prime opere! Non sto dicendo che la cosa sia giusta o meno, ma semplicemente si chiede maggior correttezza. E comunque, se la cifra fosse stata un'altra, forse avrei pure accettato, PRRRRRR (pernacchia!)

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