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mercoledì 15 maggio 2013

Leggerti, vorrei, come fosti un libro...


E' già un nuovo giorno, oppure dovrei dire è ancora notte, punti di vista. La solita storia, forse, ma... non é che ultimamente me ne sia stato con le mani in mano! Anzi, sono talmente ispirato (e questo vi assicuro può essere fonte di taaaaanti problemi) che ho solo partorito qualcosa come una decina di poesie (aaah, la mia musa!), abbozzato per intero un nuovo romanzo, quasi ultimato il seguito de Il Grande Fuoco, e letto libri che mi hanno aiutato a evadere dalla solita routine. Il punto è, però, che nella vita può succedere di tutto, anche di guardare fuori dalla finestra e ascoltare ipnotizzato la pioggia che più arrabbiata che mai ha di nuovo deciso di infradiciarci le giornate, poi alzare la testa e scorgere la solita stella che benevola e sorridente (dolce visione), ti quieta l'animo in tempesta... Lei, lì, solitaria, da lontano ti parla, mentre dorme, mentre sogna, mentre ti ricorda dell'effimera esistenza che intorno a noi si consuma. Dormi, stellina, qui c'è solo il noioso e anche un po' tanto fastidioso ticchettio di più orologi (ma quanti cavolo ce ne sono in una casa? Come i telecomandi, quanti?!?!) che martellano il tempo, ora velocemente, ora no, ora si fermano (le pile?) poi riprendono. Non voglio doverci pensare, non voglio immaginare la clessidra, con tutta la sua sabbia, il suo ribaltarsi e capovolgersi. Stellina... il nostro tempo è adesso! Ti osservo lì, nello spazio infinito, nella tormenta, brilli indisturbata, dormi, sogni, appunto. E ora anche a me calano un po' le palpebre... ma il mio pensiero va a te, che brilli, tanto di notte quanto di giorno. Vorrei trovare la forza di sfogliare le pagine di un libro in cui si parli di te, ma forse farò prima a scriverlo io quel libro... Così potrò raccontare la storia di quella stella che illuminava anche le notti più buie...

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