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giovedì 24 novembre 2011

Nero... come il carbon!

La prima volta che la mia sister mi ha dato questo libro da leggere (Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia) ho storto il naso, ma mi son detto "c'è sempre qualcosa da imparare", quindi mi son ripromesso di leggerlo al più presto, tra le tante cose che già avevo da fare. Stavo finendo un libro prestatomi da una cara amica, L'Ombra del Vento, di cui però già conoscevo l'autore (grandioso libro, tra l'altro). Comincio la lettura, con in mente le parole di mia sorella: "Mi raccomando, se superi l'impatto iniziale è fatta". Fallisco miseramente al primo tentativo. Dopo una decina di pagine lascio perdere. A distanza di un mese cosa può essere cambiato? Forse a cambiare è stata la mia predisposizione mentale... Forse, più semplicemente era arrivato il momento giusto per leggerlo... Fatto sta che ho divorato le 250 pagine  in qualcosa come una decina d'ore. Son tornato ragazzino e allo stesso tempo mi vedevo adulto, 16enne e insieme papà con tutto un mondo fatto di problematiche che di fronte a certe cose scendono in secondo piano, con una realtà e un micromondo (non il minimondo di Avanti Un Altro, per carità!) da affrontare ogni giorno col giusto atteggiamento. Curioso che nel libro compaiano tanti nomi che per me si appropriano di un particolare significato: Leonardo, Silvia, Beatrice, il Sognatore (per me una Sognatrice). Curioso come certi libri si lascino leggere in momenti così particolari... 

PS Ho scoperto solo poi che il libro in questione è un caso letterario...

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