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lunedì 17 maggio 2010

I CILIEGI IN FIORE

Ricordo ancora quando mano nella mano correvamo per ore per i verdi prati, cercando quello che per noi era veramente importante: la nostra felicità! Ma tutti, bene o male, cercano di essere felici… mah, ora non ne sono poi tanto sicuro… o forse, semplicemente, non ci credo più. Ho smesso di credere in qualunque cosa. Il fatto è che il silenzio che ci circonda mi opprime: tutto è così vuoto, così privo di un senso, di vita, quasi inesistente. Eppure qualcosa c’è, qualcosa c’è stato… Forse sto sprecando il mio tempo inutilmente con astrusi ragionamenti, l’importante è essere sopravvissuto alla grande esplosione. Già… La Grande Esplosione.

A volte immagino che non ci sia mai stata, ma tutto ciò è fisicamente impossibile: se ci riesco per qualche istante è già tanto, troppo! Non potrò mai più dimenticare quel giorno.
Distesi sull’erba fianco a fianco, con lo sguardo in alto rivolto ai ciliegi in fiore e le orecchie tese per poter meglio ascoltare il cinguettio degli uccelli, ce ne stavamo in silenzio, come se quella magica atmosfera da cui ci sentivamo avvolti non dovesse mai finire. Il vento ci sfiorava i volti con gentilezza, quasi non volesse disturbare quella serenità che si era instaurata con tanta naturalezza. Riuscivo a vederla benissimo anche con gli occhi chiusi; forse, anzi, ne sono sicuro, anche per lei era lo stesso.
Non era la prima volta che sdraiati nell’erba, mano nella mano, avevo la sensazione che stavamo provando le stesse cose, che sentivamo il mondo nello stesso modo. Non era la prima volta. Eppure, in quell’occasione, tutto ciò mi sembrò strano, diverso dal solito: forse dipendeva dalla sua stretta di mano che, senza che me ne accorgessi, si era affievolita sempre di più, fino a diventare impalpabile. Non ci feci caso, inizialmente: mi addormentai anch’io…
Mi svegliò di colpo un grande frastuono: il sole non sembrava più tanto caldo come prima; gli uccelli, a stormi, si erano alzati in volo rumorosamente, quasi cercassero di fuggire da qualche cosa; il vento spirava con forza crescente ed alcune nuvole, comparse minacciosamente, sembravano correre come impazzite in una danza inarrivabile. Quando vi fu nuovamente un grande botto assordante e la terra cominciò a tremare, senza voltarmi capii che si trattava del vulcano. Non mi voltai perché anche se nella mia mente pensavo a tutte queste cose, il mio cuore voleva scoppiarmi nel petto: non si svegliava. Nonostante tutto quel trambusto continuava a dormire. Come ci riusciva?!
In quel periodo ero ancora troppo piccolo, non riuscivo e non volevo capire: pensavo che lo facesse apposta, che voleva farmi uno scherzo… La mamma continua a ripetermi che si trova insieme a papà, nel cielo, lassù fra le stelle, ma io so qual è la verità: mi sta aspettando da qualche parte, dove i prati sono ancora verdi e i ciliegi fioriscono ogni volta più belli…

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I Ciliegi in fiore by Porrini Silvio is licensed under a
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1 commento:

Silvio Porrini ha detto...

Il primo racconto che alla fine degli anni Ottanta scrissi per puro diletto proprio con tale intenzione: scrivere un racconto fine a se stesso. E per quanti anni se n'è rimasto nel cassetto solo soletto. In ordine di tempo viene prima solo il fu prologo ed ora epilogo de "Il Grande Fuoco", che però scrissi nell' anno del Tulipano Nero con ben altre aspirazioni...